Il talento del cappellano
Cristina Cassar Scalia, Einaudi - 2021
Ex libris - Elisabetta Bolondi 18/03/2022

Le indagini a tutto campo si svolgono in modo frenetico, perché sono gli ultimi giorni dell’anno e Vanina cerca di riempire con la passione per il suo lavoro il vuoto della sua vita privata. A Palermo c’è il giudice Paolo Malfitano, con il quale Vanina ha avuto una lunga relazione entrata in crisi ma non davvero conclusa. Oltre alle indagini scrupolose sul duplice delitto, in cui sembra coinvolta anche la mafia locale, il fascino dei romanzi di Cassar Scalia sta nella personalità dei personaggi e nei loro stili di vita: bar, pasticcerie, osterie, sono al centro della vita di tutti. Colazioni ricche di ravioli al cioccolato, cornetti alla crema, cene a base di involtini, caponatine, panini con la meusa, melanzane, pasticci, torta savoia, fanno da base di partenza per le scorribande in macchina su e giù per i paesi dell’hinterland etneo, in mezzo ad ingorghi micidiali del traffico cittadino, tra cimiteri e visite in ospedale, feste notturne e serate solitarie che Vanina passa avvolta in un plaid, davanti alla tv dove passano i film d’epoca più celebri della cinematografia italiana, puntigliosamente collezionati, mentre i pasti sono piatti scaldati al micro onde, dono della vicina Bettina, intervallati dal fumo delle Gauloises, in attesa della svolta delle indagini.
Fino alle ultime tre pagine del romanzo né Vanina né i lettori riescono ad individuare il vero colpevole dei delitti: tutta la società cittadina vi sembra coinvolta, medici, preti, scout, volontari, mafiosi, avvocati, magistrati, amici, l’ex marito di Azzurra, mentre l’acume investigativo e la pazienza della Guarrasi avrà la meglio. Divertente l’uso del dialetto, le locuzioni colorite, i modi di dire e le parole mai sentite da noi continentali: Gino Patanè, in gran confidenza con la dottoressa Guarrasi non esita a parlare in stretto dialetto catanese: “Lassamu stari, va’, dottoressa. ..Chistu ca russa, o se s’arrusbigghia si mette a ghittare vuci, ‘sta luci azzurrina sempre addumata. Cose di nesciri pazzi…”. Piatti siciliani e film, scorribande in auto e un passato angoscioso che ritorna, una Sicilia di grande attualità che partendo da Camilleri passa per Gaetano Savatteri, Gian Mauro Costa oltre alla bravissima Cassar Scalia, restituendo alla Sicilia il posto che ha ricoperto nella narrativa italiana contemporanea.
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