A riveder le stelle
Aldo Cazzullo, Mondadori 2020
Ex libris - Elisabetta Bolondi 11/12/2020

Cazzullo non fa l'esegesi della Commedia, già compiuta da centinaia di critici in tutto il mondo, ma prova con successo a raccontare attraverso i versi danteschi l'itinerario spirituale compiuto dal poeta nell'attraversare quella penisola, non ancora una nazione, che diventerà l'Italia, ma che lui aveva in qualche modo già identificato in una sintesi di linguaggi tradizioni, personalità, costumi. In questo libro Dante diventa immortale sia per i meriti letterari, ma soprattutto per la sua visione profetica, per la sua capacità di feroce critico delle istituzioni nelle quali pure credeva: impero e papato, che sono i capisaldi della sua concezione politica, sono stati però messi a dura prova dai pessimi esempi degli uomini che li hanno rappresentati. Ecco dunque le critiche sferzanti a uomini, laici e religiosi, fiorentini, lucchesi, pisani, senesi, francesi, tedeschi, a nessuno dei quali il poeta ha fatto sconti: sono condannati alla dannazione eterna Bonifacio VIII insieme a Farinata, Ulisse al conte Ugolino, Pier delle Vigne e Brunetto Latini: uomini stimati, disprezzati, ma puniti a causa della sua fede, basata su una concezione morale solida e determinata.
Ma la leggerezza del libro sta nei tanti accenni alla storia italiana che da Dante arriva fino ai nostri difficili giorni, rievocando paesaggi, rapporti, episodi che hanno caratterizzato la vicenda che ha portato in sette secoli travagliati all'unità nazionale. I martiri del Risorgimento, Machiavelli, Dino Campana e Ungaretti, Cristoforo Colombo, Raffaello e Giotto, Roberto Benigni, James Joyce e Borges, Stephen King, Pessoa, Shakespeare, Flaubert, Goethe, Bulgakov, tutti hanno diritto ad essere citati, tutti hanno avuto a che fare con Dante e la sua gigantesca invenzione narrativa, tutti hanno fatto i conti con la sua grandezza. Le città italiane, i territori più impervi e meno frequentati, lo stretto di Messina, l'Etna, l'Arsenale di Venezia, il delta del Po, la Sardegna, il Quarnaro, la Toscana tutta, tutto è riassunto in una citazione di Carlo Azeglio Ciampi, "mi sento profondamente livornese, toscano, italiano, europeo", capace di spiegare l'essenza del grande merito di Dante, che aveva con la sua visione profetica, che è propria dei grandi artisti, definito per primo "Il Bel Paese", il Paese in cui si dice "Si".
Per quasi quarant'anni ho insegnato lettere in un Istituto Tecnico: generazioni di alunni hanno condiviso con me l'emozione dei versi più celebri dell'Inferno, letti sempre ad alta voce, quelli dedicati a Paolo e Francesca, Farinata, Ulisse. Sono grata però ad Aldo Cazzullo di avermi fatto rileggere, ripassare, come si dice a scuola, tanti passi che a scuola ormai non si leggono più, tanti passaggi meno noti, tanti episodi addirittura sconosciuti, tante riflessioni che l'architettura prodigiosa della Commedia è in grado di suscitare anche nei lettori meno attenti, a quelli che hanno studiato al liceo tanti anni fa e hanno dimenticato o rimosso una lezione fondamentale nella costruzione delle nostra identità di cittadini, religiosi, laici, atei, provenienti da altre culture o altri paesi, ma oggi italiani. Insieme possiamo ancora tornare a "Rivedere le stelle", suggerisce l'autore del libro, suggerendo una ventata di ottimismo, molto gradita al momento.
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