Borgo Sud
Donatella Di Pietrantonio, Einaudi 2020
Ex libris - Elisabetta Bolondi 04/12/2020

Ci sono pagine dense di umanità, episodi che hanno segnato le vite difficili di questa famiglia disfunzionale: la madre Evuccia, che aveva ceduto per bisogno la figlia alla cugina in città, e poi aveva dovuto riprendersela, anche se la ragazza era diversa da tutti loro, austera, studiosa, diligente, inadatta alla vita in campagna di quel rumoroso nucleo ora disperso. Adriana ha avuto un figlio, che ha chiamato Vincenzo, come il fratello minore morto: priva di mezzi, indebitata, sola e fiera, si appoggia alla sorella che ha sposato un dentista, figlio unico di una famiglia di professionisti ricchi e benpensanti, che hanno bene accolto la ragazza proveniente da un ambiente inferiore al loro. La coppia sembra funzionare, ma ci sono crepe nel loro rapporto che Adriana intuisce prima ancora della sorella, vittima inconsapevole di un amore che le sta sfuggendo.
Il giorno del loro matrimonio, durante il pranzo all'aperto, un improvviso temporale aveva fatto crollare una tegola, che aveva colpito lo zigomo della sposa, insanguinando l'abito nuziale: altre macchie di sangue si susseguono in questa storia dolorosa, percosse, lividi, ciocche di capelli strappati, che fanno quasi da contrappunto ai rapporti sempre più ostili, pieni di rancori e di incomprensioni che si trascinano tra madre e figlia, tra Adriana e Rafael, fino alla parte finale della storia, che ci lascia un senso di amarezza, una incapacità di capire davvero cosa sia successo. Le tre donne protagoniste, la madre e le due figlie, ci parlano di vite contorte, piene di infelicità, quello che c'è sotto le vite di tanti e che l'autrice ha il coraggio di scoperchiare, facendo emergere i troppi non detti.
Lo strumento comunicativo di cui la scrittrice si serve è una scrittura forte, sincera: un cimitero, un letto d'ospedale, una terapia intensiva, una spiaggia assolata, una casa piena di gatti sporchi e malati, il puzzo del pesce, un appartamento borghese privo di calore, una terrazza con i fili dei panni stesi, non tutti però: ecco gli scenari in cui la scrittrice fa muovere i suoi personaggi, traditi, abbandonati, delusi, ostili. Una maledizione che non si cancella, un Sud mai retorico, terribilmente evocativo, qualche battuta in dialetto, rivivono nelle pagine del romanzo, commovente, spietato, pieno d'amore non corrisposto, deviato, mal indirizzato. Tutta la raffinata cultura letteraria della voce narrante, non è servita a lenire il dolore della perdita della madre, che forse non l'ha mai amata, né della sorella, che rischia di perdere per sempre. Un romanzo ambientato in provincia, ma dalle caratteristiche universali, come i sentimenti che mette in scena.
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